ABOLIZIONE DEI VOUCHER

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Il Consiglio dei ministri di ieri ha approvato un decreto legge, pubblicato in tarda serata sulla Gazzetta Ufficiale e già in vigore ( D.L 17 Marzo 2017 n. 25 ) il cui scopo evidente è quello di evitare la consultazione referendaria prevista per il prossimo 28 maggio, in cui i cittadini sarebbero stati chiamati a pronunciarsi sull’abrogazione dell’istituto del lavoro accessorio ( art. 48-50 del DLGS 81/2015) e su alcuni aspetti della disciplina della responsabilità solidale del committente nei confronti dei dipendenti dell’appaltatore ( art. 29 del DLGS 276/2003)

Una domanda a cui è difficile trovare una risposta positiva è se sia valsa la pena, per evitare la consultazione popolare, eliminare dal nostro ordinamento un istituto che si era prestato a qualche abuso ma che sicuramente era servito a regolarizzare una serie di attività lavorative di carattere sostanzialmente occasionale.

Prima dell’introduzione del lavoro accessorio nel nostro ordinamento, avvenuta nel 2003 con la Riforma Biagi, questi lavori saltuari finivano quasi sempre per essere svolti irregolarmente in nero, oppure venivano mascherati come prestazioni occasionali, pur in assenza di quei requisiti di autonomia che dovrebbero caratterizzare questa forma di lavoro.

In seguito all’entrata in vigore del DLgs 81/2015 che da una parte aveva ampliato l’ambito di applicazione del lavoro accessorio e dall’altro aveva eliminato la specifica disciplina del lavoro occasionale ( art. 61 comma 2 del Dlgs 276/2003) l’istituto oggi abrogato aveva conosciuto un periodo di notevole sviluppo, accompagnato senz’altro anche da abusi i particolare dando la possibilità di tenere a disposizione pochi voucher orari per coprire prestazioni di lavoro di più lunga durata, per il resto pagate in modo irregolare.

Il rimedio contro questo genere di abusi era stato l’introduzione di modifiche finalizzate a garantire una migliore tracciabilità dell’utilizzo dello strumento come indicato nel Dlgs 185/2016.

E’ infatti illusorio pensare che la precarizzazione del mondo del lavoro si possa combattere abolendo l’istituto dei voucher dal momento che è difficile che i lavoratori saltuari retribuiti per l’appunto con i voucher possano in un futuro essere sostituiti da lavoratori assunti regolarmente magari a tempo indeterminato.

E’ decisamente più probabile che questo tipo di attività siano pagate in modo irregolare con il lavoro sommerso o rientrino nelle prestazioni occasionali perdendo così anche quel minimo di copertura assicurativa che i voucher garantivano.

Fino al 31.12.2017 si potranno utilizzare i voucher già acquistati.

L’abrogazione non avrà un effetto immediato, dal momento che è previsto un periodo transitorio fino al 31.12.2017 nel corso del quale potranno continuare ad essere utilizzati i voucher richiesti al 17.03.2017 ossia alla data di entrata in vigore del decreto legge mentre non dovrebbe essere possibile acquistarne di nuovi, con la conseguenza che di fatto l’istituto diventa immediatamente inutilizzabile salvo che per i soggetti che prima d’ora abbiano fatto un’adeguata scorta di buoni per prestazioni di lavoro accessorio.

La celerità dell’azione di Governo – motivata dalla volontà di eliminare una volta per tutte le pratiche abusive nell’impiego di lavoratori accessori ( oltre che di evitare la consultazione referendaria indetta per il 28.05.2017 ) – è destinata ad avere un forte impatto su alcuni settori produttivi, oltre che su numerose famiglie, in cui il sistema dei voucher era molto utilizzato, in maniera lecita e trasparente, per gestire attività occasionali e sporadiche. In assenza di valide alternative ( a volte inattuabili, a volte caratterizzate da costi molto elevati e da notevole difficoltà gestionali ), in tali realtà, potrebbe verificarsi un aumento del lavoro nero.

Si può dire che i voucher vengano eliminati senza un piano sostitutivo o che più esattamente ciò che verrà dopo i voucher verrà mutuato dall’esperienza di altri paesi europei quali la Francia e la Germania secondo ipotesi ancora tutte da verificare.

Un settore dell’economia dove la scomparsa immediata dei voucher potrebbe creare grossi problemi è il calcio professionistico.

I voucher erano infatti utilizzati per pagare l’attività degli steward ovvero gli addetti alla partecipazione dell’evento sportivo che indossano una pettorina gialla e si mescolano i mezzo al pubblico.

Quali sono gli strumenti che potrebbero essere utilizzati in alternativa per utilizzare queste figure?

Il lavoro intermittente è la prima ipotesi anche se questa scelta metterebbe fuori gioco tutte le persone di età compresa tra i 24 ed i 55 anni.

Queste persone si troverebbero quindi espulse dallo stadio per via del provvedimento del Governo.

Si potrebbe utilizzare come seconda ipotesi il contratto di somministrazione di manodopera – soluzione molto valida sul piano gestionale che comporterebbe un incremento dei costi oppure dovrebbero esternalizzare il servizio, facendo ricorso ad un appalto di servizi.

Strumenti peraltro difficili da attivare nel giro di pochi giorni.

Analoghi problemi si potrebbero verificare per i lavori legati ai servizi domestici.

Le famiglie in seguito all’abolizione dei voucher che dovranno ricorrere ad una baby sitter, ad un insegnante per le ripetizioni scolastiche oppure ad un a badante occasionale si troveranno totalmente spiazzate.

Il rischio di non avere degli abusi legati all’utilizzo dei voucher si rivela infatti troppo ottimistico perché anche senza il lavoro accessorio gli abusi potranno continuare senza problemi.

Chi adottava pratiche elusive tramite i voucher si sposterà facilmente su altri strumenti arrivando allo stesso risultato: basterà passare ad un finto part-time, un lavoro intermittente irregolare, una collaborazione fittizia per continuare a nascondere un rapporto di lavoro subordinato ordinario.

In poche parole l’abrogazione del lavoro accessorio, decisa frettolosamente senza un adeguato regime transitorio, è destinata a creare grandi problemi alle imprese ed alle famiglie che usavano saltuariamente lo strumento dei voucher e non avrà alcun reale effetto di contrasto degli abusi (rischiando anzi di favorire un aumento del lavoro nero).

Come detto in precedenza l’abolizione dei voucher Inps comporterà per i datori di lavoro di inquadrare i lavori accessori secondo specifiche tipologie contrattuali : lavoro intermittente, contratto di somministrazione di manodopera o appalto di servizi secondo specifiche regole e limiti anche dì età.

A domani con il secondo articolo riguardante i Voucher e la loro sostituzione!

 

FB

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